L’aumento della temperatura

Le variazioni naturali[modifica | modifica wikitesto]

Nel corso della storia della Terra si sono registrate diverse variazioni del clima che hanno condotto il pianeta ad attraversare diverse ere glaciali alternate a periodi più caldi detti ere interglaciali. Queste variazioni sono riconducibili principalmente a mutamenti periodici dell’assetto orbitale del nostro pianeta (cicli di Milanković), con perturbazioni dovute all’andamento periodico dell’attività solare e alle eruzioni vulcaniche (per emissione di CO2 e di polveri). Anche negli ultimi 1000 anni si è assistito a variazioni naturali come l’Optimum climatico medioevale e la Piccola era glaciale.

Il recente riscaldamento[modifica | modifica wikitesto]

Per riscaldamento globale s’intende invece un fenomeno di incremento delle temperature medie della superficie della Terra non riconducibile a cause naturali e riscontrato a partire dall’inizio del XX secolo. Secondo il quarto rapporto del Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC) del 2007 la temperatura media della superficie terrestre è aumentata di 0.74 ± 0.18 °C durante il XX secolo.[4] La maggior parte degli incrementi di temperatura sono stati osservati a partire dalla metà del XX secolo con la distribuzione del riscaldamento climatico che non è uniforme su tutto il globo, ma presenta un picco massimo nell’emisfero settentrionale a partire dalle medie ed alte latitudini fino al polo nord, più accentuato sulla terraferma che sui mari e oceani (es. territorio siberiano e canadese) e un livello minore nell’emisfero sud, circondato dagli oceani, con la zona del polo sud con una tendenza opposta al raffreddamento.

Questo incremento medio globale sarebbe attribuibile all’aumento della concentrazione atmosferica dei gas serra, in particolare dell’anidride carbonica, dunque una conseguenza dell’attività umana, in particolare della generazione di energia per mezzo di combustibili fossili e della deforestazione, che genera a sua volta un incremento dell’effetto serra.[5] L’oscuramento globale, causato dall’incremento della concentrazione in atmosfera di aerosol, blocca i raggi del sole, per cui, in parte, potrebbe mitigare gli effetti del riscaldamento globale. I report dell’IPCC suggeriscono che durante il XXI secolo la temperatura media della Terra potrà aumentare ulteriormente rispetto ai valori attuali, da 1,1 a 6,4 °C in più, a seconda del modello climatico utilizzato[4] e dello scenario di emissione. I dati delle serie storiche termiche in possesso degli scienziati indicano che il riscaldamento non è uniforme in tutto il globo, ma più accentuato nell’emisfero boreale che in quello australe, per via della maggiore distribuzione di terre emerse e relativa antropizzazione, maggiore sulla terraferma che sugli oceani, maggiore a latitudini settentrionali che a medie e basse latitudini (la zona dell’ArtideSiberia e Canada in forte riscaldamento, all’opposto la zona dell’Antartide in raffreddamento).

Visualizzazione grafica del riscaldamento globale e della sua distribuzione geografica dai dati rilevati (dati NASA 2006)

L’aumento delle temperature sta causando importanti perdite di ghiaccio e l’aumento del livello del mare. Sono visibili anche conseguenze sulle strutture e intensità delle precipitazioni, con conseguenti modifiche nella posizione e nelle dimensioni dei deserti subtropicali.

La maggioranza dei modelli previsionali prevede che il riscaldamento sarà maggiore nella zona artica e comporterà una riduzione dei ghiacciai, del permafrost e dei mari ghiacciati, con possibili modifiche alla rete biologica e all’agricoltura. Il riscaldamento climatico avrà effetti diversi da regione a regione e le sue influenze a livello locale sono molto difficili da prevedere.[6] Come risultato dell’incremento in atmosfera del diossido di carbonio gli oceani potrebbero diventare più acidi.[7][8]

Si rileva come la comunità scientifica sia concorde[2] nel ritenere che la causa del riscaldamento globale sia di origine antropica.[9][10][11] Tuttavia anche su questa valutazione non vi è conformità di opinioni.[12] Ciò nonostante è in essere un ampio dibattito politico che coinvolge anche l’opinione pubblica. Il protocollo di Kyoto vuole mirare alla riduzione dei gas serra prodotti dall’uomo.[13] Alla data di novembre 2009 187 paesi avevano sottoscritto e ratificato il protocollo.[14]

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